Domande esistenziali senza risposta

Ho visto un uomo che t’assomigliava – ma tu chi sei? ed io? Indossava un’uniforme, piangeva e un po’ anche rideva, o forse ero io a piangere e a vedere tutto un po’ più triste, o ridevo rendendo tutto meno penoso. Ho visto una settantanne e subito ho pensato a te – e chi sei? ed io chi sono? Scendeva dal pullman ed era una giornata di primavera, di quelle in cui il cielo è un po’ grigio. Aveva un mazzo di tulipani in mano ed io avrei voluto avvicinarmi abbastanza da sentirne il profumo – magari avrei ricordato qualche cosa di bello e avrei sorriso, poi mi sarei sentita poco bene.

Capisco che la vita fa male quando l’unica cosa certa è quella che più spaventa – noi moriamo. E forse proprio per questo andrebbe tutto preso più alla leggera così da vivere meglio e più felici e, chi lo sa, forse per morire meglio.

Dal tabaccaio c’era un ragazzo che t’assomigliava, aveva la tua età. Comprava un pacchetto di sigarette ed io mi sono chiesta – chi sei tu? e chi sono io? Aveva l’aspetto trasandato e gli occhi, gli occhi – non ricordo. Potevano essere degli occhi belli o non avere nulla di particolare. Poi sono uscita, mi sono accesa da fumare e un po’ ho smesso di pensare a quel ragazzo – ma non a teed io ancora chi sono?

Mi riposo su una sedia in biblioteca, c’è caldo e molte cose appaiono meno screpolate nella dolcezza di trovare un bel posto in cui passare qualche ora di un pomeriggio uggioso. Quindi mi rigiro un libro tra le mani, ma non riesco a concentrarmi. Ti vedo seduto di fronte a me, dall’altra parte del tavolo, dietro uno scaffale a baciare una ragazza, le metti la mano sotto alla gonna e lei ride un po’ più forte. Oltre il bancone, a consegnarti un paio dei libri che hai ordinato. Sbuffo, e forse dovrei smettere di pensare, di pensare a te, proprio a te – e chi mi dice chi sono? chi siamo?

Dal portone della chiesa esce un parroco, vestito di nero, i capelli grigi, ed io credo che abbia il tuo stesso modo di muovere le labbra mentre dice qualcosa sottovoce, forse sta terminando una preghiera. E tu mi parlavi allo stesso modo, con gli stessi movimenti delle labbra, mentre mi stringevi sempre più forte, mentre stavi sotto ed io ti lasciavo affogare in me. Lo seguo per un tratto – e noi che cosa siamo in questo mondo?        ©

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